Arte povera

Gallery of the Arts

Emergendo nel complesso contesto politico italiano della fine degli anni sessanta, l’Arte Povera riflette il clima polemico di quel periodo nel suo rifiuto della società dei consumi e del profitto. I suoi artisti – Pistoletto, Fabro, Penone, Merz, Boetti, Paolini, Anselmo Kounellis, Zorio sono tuttavia stati in grado di ancorare il loro lavoro in un pensiero plastico in grado di far esistere l’opera al di fuori di qualsiasi discorso teorico o rivoluzionario.

Basandosi su un gesto creativo costituito sia dall’atto concreto sia dalla speculazione intellettuale, l’Arte Povera richiede all’artista una strategia di bilanciamento tra la materia dell’oggetto e i suoi segni concettuali. Lo statuto eminentemente fisico dell’opera si traduce in una considerazione del rapporto con lo spettatore. Lo sguardo come condizionamento dell’hic et nunc incarnato nell’opera si associa allo stesso tempo all’elementarità del dispositivo. L’opera è il risultato di materie prime riunite in montaggi semplici e diretti, presentati come materiali incastrati piuttosto che come assemblaggi sofisticati, in modo da far percepire le resistenze e le tensioni, il flusso di energia e la transizione delle forze presenti nell’oggetto stesso. L’Arte Povera, che ha ricevuto i più importanti riconoscimenti internazionali, ci appare oggi come l’ultimo grande movimento d’avanguardia del XX secolo.

Giovanni Lista, nato a Castiglione del Lago (Perugia), vive a Parigi dal 1969. Direttore della ricerca presso il département des sciences humaines del CNRS, si è specializzato nello studio delle avanguardie del primo Novecento. È autore di numerosi testi critici su artisti e scrittori moderni, tra cui Boccioni, Medardo Rosso, Russolo, De Chirico, Loie Fuller, Paladini, Léger, Herbin, Ionesco, Marinetti, ma anche su movimenti e temi più ampi, come “la scena moderna”, il futurismo, il dadaismo, l’happening, la fotografia d’avanguardia. È stato curatore d’importanti mostre internazionali a Parigi, Tokyo, Roma, Londra, New York.